La devastante pesantezza del cretino

Dopo aver tessuto “le lodi” dello stronzo (per chi se lo fosse perso, post precedente, ma si può vivere bene anche senza) stavolta voglio soffermarmi sul cretino. Più facile da riconoscere, direte voi. Certo cari , ma non per questo meno pericoloso, anzi. Innanzitutto per la sua ampissima diffusione all’interno del genere umano, alla base della quale ci deve essere per forza una spiegazione scientifica, tenuta opportunamente celata da millenni. Sarà il DNA forse!  Magari la cretinaggine ha un gene dominante, resistentissimo alle mutazioni, che viene tramandato inalterato da generazione a generazione, capace di danneggiare tutto il resto del corredo genetico. O in parole più semplici la famosa selezione naturale avvantaggia il cretino. Si deve essere così, il cretino resiste meglio alle vicissitudini quotidiane, alle malattie,  alle calamità naturali, vive millenni, figlia come un coniglio e così da vita ad un esercito di simili idioti che colora la storia del mondo. Ma non potendo scomodare Darwin, non ti rimane che ignorare la causa di questo imperterrito dilagare di tali esemplari ed accettarne la triste evidenza. Si perché purtroppo, a differenza del suo “parente” intelligente, il famoso stronzo di cui sopra, il cretino di problemi te ne da eccome, fino a farti dannare ogni singolo giorno. E’ questo infatti il suo effetto devastante, riuscire a complicare anche il più piccolo e insignificante aspetto della tua vita. Che se di cretino ce ne fosse uno solo, pazienza, o lo eviti  o sapendo a cosa vai incontro ti avvantaggi.  Faccio un esempio banale. Sai che chi gestisce il ritiro della spazzatura nella tua viuzza, piccola, stretta e tortuosa, ha indicato come orario le 7.30 per tutti i camion del mondo, raccolta differenziata, indifferenziata, rifiuti speciali e chissà quale altra diavoleria? Beh gioca d’anticipo, esci alle 7.25 e stai a posto. Purtroppo però di cretino non c’è solo lui. Così alle 7.28, scongiurato il camion, trovi il SUV parcheggiato in seconda fila davanti al cassonetto ad ostruire ogni possibile via di accesso al tuo incrocio. E qui in un colpo solo di cretini a disposizione ne hai già due, la bionda impellicciata che fa comodamente colazione al bar mentre tu borbotti e strimpelli il clacson e il marito che gli ha comprato sto catafalco. Che se fossimo nelle strade sconfinate della campagna americana e lei dovesse caricare mandrie di bufali, forse avrebbe anche il suo perché. Ma siamo a Roma, lei è da sola, niente bufali, niente figli, niente cani, niente nipoti, non ci carica niente di niente, nemmeno la spesa perché gliela portano a casa. Il suo viaggio più lungo poi … figurati lo fa per andare dall’estetista. Mi dici te allora a che cazzo gli serve sto suv!!! Risultato ore 7.35 (la signora se l’è presa comoda al bar) di cretini nonostante i tuoi piani di salvataggio ne hai  incontrati già 3. E solo perché oggi non pulivano il condominio altrimenti eri a quota 4, perché anche lì l’orario scelto per lavare le scale è quello in cui usciamo tutti di casa. Così chi come te abita al quarto può scegliere tra rimanere incastrato in un ascensore che ha 40 anni o arrivare direttamente a terra planando comodamente giù per le scale. E non solo non sei ancora arrivato a lavoro, ma sei a malapena uscito dalla via. Si perché da qui a destinazione aivoja a cretini. Quello che mette la freccia a destra e gira a sinistra, l’ecoclista dell’ultima ora, la cicciona runner per la prova costume, l’easy rider attempato che sboccia come le primule a primavera, quello che ti guida attaccato al culo perché spera di metterti fretta (bello io una city car che a 80 all’ora traballa, il limite è 70, siamo imbottigliati a 30 e tu scalciti perché vuoi provare il cayenne nuovo di zecca … indovina un po’ chi è il cretino tra noi?), quello che invece di attraversare sulle strisce, fa avanti e indietro col piedino così tra freno e non freno dai vita ad un tamponamento a catena (lo vedi la selezione naturale come funziona … lui è vivo, tu colpo di frusta), quello che con la smart non riesce ad entrare nel parcheggio di un hammer e quello che con l’hammer blocca una carreggiata perché vuole entrare nel parcheggio di una smart. Dopo un’ora e mezza di cretini arrivi finalmente a destinazione. Peccato sia il lavoro … e pure lì in quanto a menti geniali non si fanno certo guardar dietro da nessuno. Entri trafelata e lui sta già lì … Lui che ci mette due giorni due per fare quello che tu svolgi in mezz’ora (mentre ti limi le unghie, chiami la babysitter per sapere come stanno i pupi, fai la lista della spesa e prenoti la ceretta). Per carità è un collega quindi volendo lo potresti anche evitare. Magari si tratterebbe di lavorare un po’di più, ma vuoi mettere il pensiero di non doverlo rivedere ogni benedetta mattina! Però purtroppo per te, altro effetto della selezione naturale, i cretini non girano mai da soli, ma in branco. E guarda caso la punta di diamante di quello che popola il tuo ufficio è proprio il tuo capo. Che ti obbliga a lavorare in team con il suo similare. Mica perché lo apprezza veramente, no, perché così dicono le procedure. Vaglielo a spiegare che non solo non fanno al caso vostro, che fai meglio e più velocemente da sola, ma addirittura che si possono cambiare! Giammai! Manco fossero le tavole della Legge. Anche la Costituzione, caro figlio di un cervello minore, pare non sia più intoccabile e tu ti impunti su qualcosa scritto anni fa da un degno tuo predecessore? Bah! Meglio sorvolare! Respiri profondamente (finirà la giornata prima o poi!) e vai avanti così rassegnata cretino dopo cretino, di persona, al telefono, via mail, alla posta, in banca, al supermercato, al servizio clienti di quella o quell’altra utenza e chi più ne ha più ne metta!!! Tutto il santo giorno!!! Che torni a casa stravolta nemmeno avessi affrontato un esercito di bestie feroci, un’arrampicata a mani nude sul K2 o una spedizione in slitta nell’antartide. E la cosa peggiore è che in silenzio, dentro di te, senza dirlo a nessuno cominci anche a pensare che al cospetto dei cretini in fondo gli stronzi non sono poi così male!

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