FIGA DI LEGNO
Dicesi
figa di legno ragazza molto bella esteticamente, ma leggermente trattenuta a
livello caratteriale.
Facilmente
riconoscibile in ogni contesto sociale per la sua funzione esclusivamente
ornamentale, pari a quella di una pianta da appartamento, della quale spesso
assume anche l’espressione. Il soggetto in questione si caratterizza infatti
per il volto completamente amimico e la non responsività a nessun tipo di
stimolo, esterno o interno che sia. Non parla, non ride, né accenna timidi
sorrisi, non mangia, non beve, non fuma, non scherza, non fa battute, non
balla, non interagisce con il mondo che la circonda in nessun modo. Nei momenti
di euforia estrema si limita a far comprendere che è viva, anche se tutto
depone per l’ipotesi contraria, sbattendo le palpebre, alzando un sopracciglio,
o scoprendo leggermente i denti e accennando quello che potrebbe essere il
tentativo di un sorriso, ma di una persona in preda ad una paralisi facciale.
Inspiegabilmente però attrae l’attenzione degli astanti di sesso maschile (forse per il binomio tette grosse e afonia
totale che per un uomo equivale alla sintesi della donna perfetta). I
malcapitati tentano di tutto per abbordarla, apparendo palesemente ridicoli,
addentrandosi dapprima in discorsi filosofici e profondi (con i quali si capisce a colpo d’occhio che non hanno dimestichezza),
provando poi la carta della comicità (con
risultati peggiori del tentativo precedente) fino a che sfiniti si
sperticano in pure esibizioni fisiche, al limite tra il ginnico e il circense,
sfoggiando ogni singolo muscolo che hanno a disposizione (non importa se fa – 10 gradi il bicipite scoperto è l’ultima risorsa
rimasta) e a seconda del contesto rischiando l’infarto per improvvisarsi
novelli Travolta, Totti, Tomba per colpirla in qualche modo. Solitamente non ci
riescono. Dopo anni di studi non si è ancora capito quale sia l’input che possa
far risvegliare la bella “principessa” dal suo torpore. E forse è meglio così.
Per quei pochi, poveretti, che riescono a entrare nelle sue grazie o pensano di
averlo fatto, perché lei non darà mai un segno tangibile che è realmente così,
si delinea un futuro ricco di estrema, indicibile, inesauribile noia. Aperitivi
silenziosi ai quali tenteranno di sopravvivere annegando in fiumi di alcol (loro perché lei no … non beve … al limite
si bagna le labbra), cene così tanto tediose che arrivati al dessert l’unica
persona con la quale avranno scambiato due parole sarà il cameriere che, seppur
privo di ogni attrattiva sessuale almeno è simpatico e solidale (mosso da pura pena darà loro il proprio numero con la
promessa di presentargli qualcuno di più interessante, basterà credo anche una
vecchia zia sulla settantina!), serate al cinema che sì, andranno meglio
sicuramente, visto che lì non è necessario interagire, ma saranno oltremodo
imbarazzanti per il solo fatto che mentre tutta la platea ride a crepapelle lei
rimane lì, in silenzio, muta, così inespressiva da confondersi con la
tappezzeria della poltrona.
I più
temerari (o disperati fate un po’voi) che
riusciranno a sopportare questa agonia per mesi senza finire in un centro di
recupero (sì perché per sopportarla
avranno fatto ricorso a più di qualche goccetto di birra) avranno
finalmente il loro tanto agognato premio.
Una
trombata così squallida che nemmeno al centro anziani! Lei rigorosamente
sotto, immobile manco fosse colpita da un anchilosi devastante, che vi guarda
con la sensualità di una stata di Madame Trousseau, in silenzio totale rotto
solamente da qualche breve impercettibile indecifrabile mugugno di assenso (forse) che vi farà rimpiangere l’epoca
in cui anche solo le signorine di postalmarket sembravano apprezzarle di più le
vostre prestazioni. Erano foto è vero ma almeno sorridevano!
E.L.C.
< figa
di legno >
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