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Visualizzazione dei post da 2012

CARA BEFANA

Cara Befana, quest’anno ho deciso di scrivere a te. Babbo Natale mi sa che è troppo impegnato. Sai da noi c’è la crisi e molti hanno tanto da chiedere. E quelli che non lo avrebbero lo fanno comunque perché sulla carta sono nullatenenti, nonostante i suv e le ville, invalidi  nonostante saltino, ballino e guidino la macchina o libero professionisti sull’orlo del fallimento, nonostante i materassi ricolmi di soldi in contanti. Le fatture quelle no, non le hanno, né nel materasso né altrove. E poi mi sa che confidando nei Maya qualcuno si è pure ridotto all’ultimo con le sue richieste e la consegna dei regali sarà più difficoltosa del solito. Ma soprattutto non vorrei che ti sentissi abbandonata. Sai, anche se vogliono convincerci del contrario, il nostro è un mondo maschilista e te oltre che donna sei vecchia e pure cessa quindi o ci penso io a rinvigorire la tua popolarità o finisci scavalcata da qualche befana ventenne, siliconata e di più larghe vedute diciamo. Poco importa se tu h

"Sbrocco Natalizio"

Uh siamo già arrivati a Natale e non me ne sono accorta. E dire che io adoro il Natale, bramo per il ritorno di   questi giorni di traffico intenso e finto buonismo fin dal 26 dell’anno prima. E soprattutto di segni per accorgemene ne ho avuti. Eh sì perché non so da voi ma a Roma è Natale fin dai primi di novembre. Ti svegli una mattina ancora a maniche corte e puff … vetrine addobbate, luminarie accese, babbo natali appesi ai balconi (ma vietarli per legge no?),   telefonate di gente scomparsa da un po’( da natale scorso almeno) che tra un convenevole e l’altro butta lì “che fai a capodanno?”. Figurarsi! Io non so nemmeno cosa faccio domani. Sono talmente confusa, stanca e stordita a fine anno che ogni mattina riprendo conoscenza in macchina, giusto il tempo per guardarmi nello specchietto e accorgermi che più che truccata mi sono sporcata a caso e che la piega fatta alla bene e meglio è scomparsa durante la notte per lasciar spazio ad un enorme rigogliosa scopa di saggina. Roba

IL SILENZIO DEGLI INCOMPETENTI

Il mio sogno più segreto. Che ad un certo punto tutti insieme gli incompetenti del pianeta smettano di parlare. Per scelta o per afonia improvvisa voluta dal cielo non fa differenza basta solo che stiano zitti. Non tanto per il fastidio al limite del logorio mentale che mi provoca sentire quotidianamente tante stronzate, nemmeno buttate lì con nonchalance bensì articolate come se davvero se ne avesse cognizione di causa, ma soprattutto per i danni che tanta incompetenza crea al nostro Paese e alla nostra vita quotidiana. Ogni singolo attimo delle nostre giornate se ci fate caso è reso via via più difficile da tutte le persone che si occupano di faccende per le quali non hanno nessun titolo e delle quali non hanno nessuna esperienza. Come se ogni lavoro, più o meno importante che sia, in Italia venisse assegnato con il vecchio caro gioco della sedia. Ve lo ricordate? Tutti corrono in cerchio a ritmo di musica, ad un certo punto qualcuno spegne lo stereo e per non venir buttati fuori d

LA SINDROME DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO

Nella seguente comunicazione non c’è nulla di scientifico, ergo non è serio ma faceto. Chiedo scusa in anticipo ai colleghi psichiatri e li invito inoltre a curare i soggetti affetti da tale sindrome, anche gratuitamente e sotto mentite spoglie per salvare l’intero genere umano! Dicesi sindrome dell’amministratore delegato entità morbosa di pertinenza verosimilmente psichiatrica, con esordio caratterizzato da stati di ansia ingravescente, solitamente di tipo ossessivo compulsivo, frequenti dichiarazioni di stanchezza cronica e mancanza di tempo, progressiva disaffezione verso il mondo extralavorativo e rapida evoluzione verso patologie più gravi quali stato maniacale, delirio di onnipotenza e paranoia. Le caratteristiche principali che stigmatizzano la malattia sono: §     il suo strano manifestarsi in tutte le categorie lavorative tranne in quella che ne identifica il nome   (vale   a dire l’amministratore delegato, quello vero, non ce lo ha il tempo per ste cazzate e

L’AMORE IMPOSSIBILE

Sulla dicitura di amore impossibile siamo tutti d’accordo. E’ un amore che non può esistere. Ma sul perché di questa impossibilità cominciano a sorgere i primi problemi. Infatti i perché sono tanti, i più variegati e sembrano andarci bene tutti, indistintamente. Basta volerlo. E’ impossibile perché: ci ama ma ancora non vuole rendersene conto  (qualcuno addirittura dopo 10 anni, possibile che sia così tardo? Lui eh?) , è sempre in giro per lavoro e non vuole farci soffrire per le sue assenze ( nemmeno fossimo un’orda di psicolabili!) , è appena uscito da una storia e non ha voglia di impegnarsi  (e figurati, mai fosse il contrario!) oppure la voglia l’avrebbe anche, ma come fa a spiegare a lei che dopo tanti anni di convivenza si è invaghito di un’altra? E’ impossibile perché è single da sempre e non è proprio capace di condividere la sua vita con nessuno  (beh se non ci provi nemmeno diventa davvero difficile che tu ci riesca!) , perché siamo noi quelle da sposare ma adesso è tropp

PAZIENTI IMPAZIENTI : GIORNATA DEL CA...O E DINTORNI

Entro e saluto la segretaria. Lo studio è deserto e tiro un sospiro di sollievo. Dopo la giornata mondiale degli psicopatici di mercoledì, forse almeno oggi me ne starò in santa pace! Vado in stanza, accendo il pc e mi metto il camice. Controllo, timbro la montagna di ricette che ho sul tavolo e le porto alla reception.    Vedo 2 o 3 pazienti in fila, sorrido, guardo Jenny che sta contemporaneamente al telefono, al cellulare, al monitor, alla stampante e nel frattempo smista quello che le ho consegnato. Basta un cenno del suo sopracciglio e capisco che sarà un delirio anche oggi. Non è la mia segretaria, ma ormai ci intendiamo al volo. E non è nemmeno il mio studio, né questi i miei pazienti. Ma di una collega che mi ha chiesto di sostituirla qualche giorno. Torno in stanza e mi siedo. Si allontana dalla fila, mi segue e piomba dentro. Lui. Un tipo di quelli così brutti che sai dargli un’età specifica, la ricostruisci da come è conciato   (vestito come termine avrebbe già una d

PARAFRASANDO

“ Ha detto ti chiamo io, me lo ricordo bene, e poi mica ha specificato il giorno. Non è che ha detto ti telefono domani o martedì ?”   “Riflettici è passata una settimana …”   “Beh?”   “Beh puoi evitare di fissare il cellulare ogni 5 secondi, tanto non chiama”   “Ma certo che sei stronza, se ha detto che l’avrebbe fatto, lo farà.” “Ma sono cose che si dicono … così per gentilezza … per quieto vivere … sono frasi fatte”.   “Secondo me no, se non voleva più sentirmi me l’avrebbe detto. Avrebbe detto   scusa ma non sono stato bene stasera   … oppure   non sei il mio tipo   … è inutile che ci sentiamo ancora   ecc … invece ha detto tutt’altro” .  “Convinta te …”   E mentre si alza e se ne va la odi come la peggiore delle stronze. Però poi non chiama davvero. Ed è solo allora che dopo esserti dannata l’anima per giorni capisci … aveva ragione lei … sono frasi fatte o meglio parafrasi (fatte anch’esse … mai una che sia originale!). Poi presa dall’agonia amorosa, che inevitabilmente cont

IL PONTIFICATORE

Prototipo ubiquitario. I più “fortunati” lo hanno in famiglia, un nonno magari o più spesso un vecchio zio. Ma chi fosse stato baciato meno appassionatamente dalla sorte non si deve abbattere. Ci saranno mille opportunità per godere delle sue perle di saggezza. Il soggetto in questione infatti   appartiene ad una specie molto florida, costituita da milioni di esemplari, che non solo non rischia l’estinzione ma al pari di tante inutilità della vita è in costante continua espansione. E non si prende nemmeno la briga di starsene tranquillo trai suoi simili,   ma migra costantemente.    Cosicchè lo si può incontrare praticamente ovunque. Al bar, alla posta, alla fermata del tram, a cena, al cinema, persino sul posto di lavoro, sede che spesso predilige alle altre. Se non altro lì c’è più gente che può giovare della sua onniscienza. Perché questa è la caratteristica fondamentale che lo contraddistingue. La conoscenza (più spesso finta e sommaria) di ogni argomento possibile. Dalla preparaz

Attenzione non fa ridere!!! 50 SFUMATURE DI ...

... inutili luoghi comuni. Ma davvero ancora a scrivere di donne e sesso? Davvero ancora leggiamo romanzetti harmony versione porno? E soprattutto davvero ancora crediamo che essere una donna emancipata sia scegliere chi, come, dove e quando fottere? Con tutto il rispetto e l’ammirazione per il successo planetario di questa casalinga (evidentemente repressa ma si sa la mia di sfumatura è verde invidia!) , penso che tutto questo sia squallidamente limitante. E che noi donne ci siamo davvero rincoglionite.  Non c’è niente di eroico o salvifico o autorevole o che ci renda al pari degli uomini (poi perché dobbiamo ostinarci a essere come loro se me lo spiegate sensatamente mi fate pure un favore!) nell’apparire come delle grandi mignotte. E’ assolutamente normale che ognuna di noi abbia i propri gusti sessuali, ognuna diversi, ognuna particolari, e più che di 50 sfumature voglio ben sperare che siano 500 o 5000. Ciò che non è normale invece è che pensiamo di essere libere solo perché non

SORTILEGI E STREGONERIE

“Tesoro ma sei più bianca di me …. Quando te ne vai in vacanza ?”   “Boh …    non ho programmato ancora nulla”   “Ma non parti con lo stronzo?”   So che odia quando chiamo così l’oggetto del suo amore … solo suo, tutto su ovviamente perché lui di amore manco a parlarne!   “No che sei matta …    lui è andato a Formentera con i suoi amici … e poi”   E poi ho capito non te l’ha chiesto e tu tantomeno e hai tirato fuori l’argomento.   “Vabbè dai magari un week endino quando torna …”   “Mmm non credo … non ne abbiamo mai parlato finora”   Cioè lui se ne è guardato bene dal proportelo e tu dal commettere il sacrilegio di avanzare la ben che minima richiesta   “ E parlagliene te!”   “No non è il caso … credimi … lo sai mica stiamo insieme” . Mi sconvolge ancora come la frase stare insieme o essere fidanzati modifichi il corso dei rapporti. Come se solo sentendo pronunciare dal lui in questione queste “magiche” parole assumessimo improvvisamente una dignità che altrimenti non possediamo. Fi