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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

LA SINDROME DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO

Nella seguente comunicazione non c’è nulla di scientifico, ergo non è serio ma faceto. Chiedo scusa in anticipo ai colleghi psichiatri e li invito inoltre a curare i soggetti affetti da tale sindrome, anche gratuitamente e sotto mentite spoglie per salvare l’intero genere umano! Dicesi sindrome dell’amministratore delegato entità morbosa di pertinenza verosimilmente psichiatrica, con esordio caratterizzato da stati di ansia ingravescente, solitamente di tipo ossessivo compulsivo, frequenti dichiarazioni di stanchezza cronica e mancanza di tempo, progressiva disaffezione verso il mondo extralavorativo e rapida evoluzione verso patologie più gravi quali stato maniacale, delirio di onnipotenza e paranoia. Le caratteristiche principali che stigmatizzano la malattia sono: §     il suo strano manifestarsi in tutte le categorie lavorative tranne in quella che ne identifica il nome   (vale   a dire l’amministratore delegato, quello vero, non ce lo ha il tempo per ste cazzate e

L’AMORE IMPOSSIBILE

Sulla dicitura di amore impossibile siamo tutti d’accordo. E’ un amore che non può esistere. Ma sul perché di questa impossibilità cominciano a sorgere i primi problemi. Infatti i perché sono tanti, i più variegati e sembrano andarci bene tutti, indistintamente. Basta volerlo. E’ impossibile perché: ci ama ma ancora non vuole rendersene conto  (qualcuno addirittura dopo 10 anni, possibile che sia così tardo? Lui eh?) , è sempre in giro per lavoro e non vuole farci soffrire per le sue assenze ( nemmeno fossimo un’orda di psicolabili!) , è appena uscito da una storia e non ha voglia di impegnarsi  (e figurati, mai fosse il contrario!) oppure la voglia l’avrebbe anche, ma come fa a spiegare a lei che dopo tanti anni di convivenza si è invaghito di un’altra? E’ impossibile perché è single da sempre e non è proprio capace di condividere la sua vita con nessuno  (beh se non ci provi nemmeno diventa davvero difficile che tu ci riesca!) , perché siamo noi quelle da sposare ma adesso è tropp

PAZIENTI IMPAZIENTI : GIORNATA DEL CA...O E DINTORNI

Entro e saluto la segretaria. Lo studio è deserto e tiro un sospiro di sollievo. Dopo la giornata mondiale degli psicopatici di mercoledì, forse almeno oggi me ne starò in santa pace! Vado in stanza, accendo il pc e mi metto il camice. Controllo, timbro la montagna di ricette che ho sul tavolo e le porto alla reception.    Vedo 2 o 3 pazienti in fila, sorrido, guardo Jenny che sta contemporaneamente al telefono, al cellulare, al monitor, alla stampante e nel frattempo smista quello che le ho consegnato. Basta un cenno del suo sopracciglio e capisco che sarà un delirio anche oggi. Non è la mia segretaria, ma ormai ci intendiamo al volo. E non è nemmeno il mio studio, né questi i miei pazienti. Ma di una collega che mi ha chiesto di sostituirla qualche giorno. Torno in stanza e mi siedo. Si allontana dalla fila, mi segue e piomba dentro. Lui. Un tipo di quelli così brutti che sai dargli un’età specifica, la ricostruisci da come è conciato   (vestito come termine avrebbe già una d

PARAFRASANDO

“ Ha detto ti chiamo io, me lo ricordo bene, e poi mica ha specificato il giorno. Non è che ha detto ti telefono domani o martedì ?”   “Riflettici è passata una settimana …”   “Beh?”   “Beh puoi evitare di fissare il cellulare ogni 5 secondi, tanto non chiama”   “Ma certo che sei stronza, se ha detto che l’avrebbe fatto, lo farà.” “Ma sono cose che si dicono … così per gentilezza … per quieto vivere … sono frasi fatte”.   “Secondo me no, se non voleva più sentirmi me l’avrebbe detto. Avrebbe detto   scusa ma non sono stato bene stasera   … oppure   non sei il mio tipo   … è inutile che ci sentiamo ancora   ecc … invece ha detto tutt’altro” .  “Convinta te …”   E mentre si alza e se ne va la odi come la peggiore delle stronze. Però poi non chiama davvero. Ed è solo allora che dopo esserti dannata l’anima per giorni capisci … aveva ragione lei … sono frasi fatte o meglio parafrasi (fatte anch’esse … mai una che sia originale!). Poi presa dall’agonia amorosa, che inevitabilmente cont