PAZIENTI IMPAZIENTI : GIORNATA DEL CA...O E DINTORNI
Entro e saluto la segretaria. Lo studio è
deserto e tiro un sospiro di sollievo. Dopo la giornata mondiale degli
psicopatici di mercoledì, forse almeno oggi me ne starò in santa pace! Vado in
stanza, accendo il pc e mi metto il camice. Controllo, timbro la montagna di
ricette che ho sul tavolo e le porto alla reception. Vedo 2 o 3 pazienti in fila, sorrido,
guardo Jenny che sta contemporaneamente al telefono, al cellulare, al monitor,
alla stampante e nel frattempo smista quello che le ho consegnato. Basta un
cenno del suo sopracciglio e capisco che sarà un delirio anche oggi. Non è la
mia segretaria, ma ormai ci intendiamo al volo. E non è nemmeno il mio studio,
né questi i miei pazienti. Ma di una collega che mi ha chiesto di sostituirla
qualche giorno. Torno in stanza e mi siedo. Si allontana dalla fila, mi segue e
piomba dentro. Lui. Un tipo di quelli così brutti che sai dargli un’età
specifica, la ricostruisci da come è conciato (vestito come termine avrebbe già una
dignità che il suo look non ha mai conosciuto). Capelli mogano cassettone
antico, unti, col riporto da un lato (quello
della pelata!). Occhiali da vista anni 70, non nel senso di vintage ma
proprio di vecchio, ridotti a pezzi, consunti dall’usura, con lenti fondo di
bottiglia mal messe anche loro. Camicetta a quadri bianca e giallina, giacca marroncino/
verde a righine di colori indefiniti, pantalone cachi e mocassini in tono con
l’immancabile borsello a completare il
quadro paleolitico! Mi scruta … sorride. “Buongiorno
Dottoressa, adesso c’è sempre lei?” “No … solo oggi e domani” “Mmm peccato …
poi va via?” “Si non lavoro qui sempre” “Mannaggia mi sarebbe piaciuto proprio
farmi visitare da lei” “Eh vabbè” faccio
per tagliar corto accompagnandolo con un ghigno di cortesia. “Beh però adesso
che dovete stare aperti 24 ore … anche la notte … magari … è che ci terrei
proprio …” Io, dura di
comprendonio, o ligia al dovere, o più probabilmente fessa, fate voi, sbaglio
risposta o meglio sbaglio domanda. “Perché Signore
cos’ha … mi dica. “Vede ho uno sfogo qui all’inguine” e si tocca anche, non proprio solo
sull’inguine direi, ma magari ricordo male io o nel frattempo l’anatomia è
cambiata, si sa la medicina è in continua evoluzione “è tutto rosso, poi
diventa nero, duro e gonfio. “E mica la toglie sta mano. “Se potesse dargli un’occhiata” Eureka … finalmente comprendo (non sono scema è che la mattina carburo
lentamente) e lo blocco subito “Oddio mio … ma è
andato da un dermatologo?” Capita
l’antifona mi diverto a terrorizzarli questi qui. Lo so, non sarà corretto, ma
tanto nemmeno loro lo sono. “Si … tempo fa … ma
non mi fido … vorrei proprio che lo vedesse lei … “Che le ha detto il collega?”
“Vabbè … niente che passa” biascica “però … se me lo
potesse guardare … almeno un attimo” Io
immobile incollata alla sedia. “Ma che pomata le ha
dato?” “Ehh …” Pausa … silenzio … mi fissa e basta. Fregato …
non sa che rispondere perché il maiale non c’è mai andato dal dermatologo … né
tantomeno ce l’ha sto sfogo. Anche se lo meriterebbe tutto, diffuso ovunque che
lo costringa a grattarsi come un disperato ogni istante della sua miserabile
vita e refrattario ad ogni tipo di antistaminico in commercio! “Guardi se è stato
già dal dermatologo è inutile che veda anche io … meglio di uno specialista …
però la crema se la metta perché altrimenti peggiora e poi …” E lo guardo scuotendo il capo come a
dire caput, black out,
festa finita, ammesso che sia
mai iniziata per lui visto che non ha niente da fare che rompere i coglioni a
me. Finalmente esce. Beh come inizio giornata niente male. Vabbè forse ho
esagerato. Il pentimento dura un attimo. Giusto il tempo che si ripalesi alla
porta l’essere viscido “Dottoressa mi scusi
… è che mi fa male anche la schiena … proprio
qui” Anche stavolta la zona
era approssimativamente quella dichiarata, solo approssimativamente. “Ah” annuisco, mi alzo e faccio per
accompagnarlo alla porta. “Però ho preso un Oki
ed è passato un po’.” “Beh meglio no? Allora ne prenda un altro.” Anzi prenditene 20 ma a stomaco vuoto,
che oltre il prurito incoercibile ti venga anche un ulcera maiale schifoso!
Capito che piuttosto me le faccio tagliare le mani che metterle addosso a lui
anche solo per sbaglio e che l’approccio diciamo diretto non funziona gioca la
carta del giovane dentro. “Sa ieri sera sono
andato a ballare e devo aver preso una freddata”. “Beh pure lei però … non lo
sa che ad una certa età quando fa freddo bisogna mettersi sotto la maglia di lana?”. Sarò stata poco professionale ma
almeno me ne sono liberata. E’ che aldilà che schifosi questi li trovo proprio
tristi. Tutti quei filmetti con la Fenech devono avergli traumatizzato
l’esistenza e evidentemente causato quella cecità incipiente. Anche una certa
demenza forse, perché ormai confondono la loro squallida vita onirica con la realtà.
Io medico lo sono davvero e non è che il sistema sanitario nazionale oltre ai
farmaci e agli esami ti passa pure qualcosaltro. Ma come se non bastasse,
brutto idiota, va bene che io non posseggo nemmeno il ricordo delle curve e del
sex appeal della Fenech (e questo la dice
ancora più lunga su quanto sei squallido, che cazzo di desideri erotici hai?)
e che devo essere integerrima anche col più figo della terra, ma tu non sei
nemmeno lontanamente definibile uomo. No dico un minimo di realismo lo vorrai
avere? Secondo me nemmeno le “professioniste
del settore” più disperate ti toccherebbero, nemmeno fossi l’unico cliente
rimasto sulla faccia della terra. Piuttosto smettono e fanno la fame. Schifo e
tristezza a parte però, il vero problema è che se il buongiorno si vede dal
mattino sono rovinata. E infatti il tema della giornata è già segnato. In breve
tempo si susseguono un attacco ipertensivo da abuso di Viagra “non è la prima volta
… sa Dottoressa ho una certa età … ma
l’uomo è uomo”, un
brufolo purulento in mezzo alle chiappe “Dottoressa mi può
vedere un attimo, sento un bozzetto dietro la schiena” (il
concetto di schiena comunemente diffuso è piuttosto vago direi), un dolore
a un testicolo “è che poi mi da
fastidio … sa pure quando … vabbè si quando la mia ragazza …”(ok ho capito basta, non mi raccontare le
gesta sessuali della tua donna perché ti giuro che oggi vomito!), un problema di meteorismo, uno di
eiaculazione precoce e uno di impotenza. Tutti sviscerati nei dettagli. Quando hanno la tosse non ti
dicono nemmeno se è secca o catarrosa ma quando si tratta di “altro” ti
raccontano ogni intimo, segreto, schifoso e inutile particolare. Anche quelli
più perversi che non svelano ad anima viva. Per carità poveretti questi di
problemi ne hanno davvero e me ne dispiace. E’ solo che mi chiedo perché a me
uno con un sacrosanto e banalissimo raffreddore non capiti mai!
E.L.C.
< giornata del cazzo> < pazienti
impazienti > < maiale> <porco> <malattie imbarazzanti>
Commenti
Posta un commento