LE DONNE MOLECOLARI





Sento gridare il mio cognome come al solito. “Che ho sbagliato questa volta?’”. Roberta già ride.
“Com’è che in questo fascicolo manca il documento finale?” Eppure ce l’ho messo penso tra me e me. E infatti apro la cartellina, scosto i primi 5 fogli ed eccolo là. “Tieni” faccio con un mezzo sorriso sarcastico “Basta guardare a volte”. E ciò dovrebbe bastare penso. Invece no! “Com’è che l’hai messo in millesima pagina? Io come lo trovo?” Tolto che al limite era sotto i primi 5 di fogli, non 999, ma poi ti pare che bisogna fare una polemica per una cretinata del genere. Già qui è tutto una polemica, tutto un problema, tutto un’urgenza … Ma stavolta invece di salirmi l’ansia mi viene in mente lei e scoppio a ridere, da sola, come una pazza vera. Strano come a volte siano proprio le persone che non conosci a rivelarti verità assolute o quantomeno a rallegrarti la giornata.
Eravamo a cena, una cena di quelle di famiglia, non la tua, dove non conosci proprio tutti e non sai bene di che parlare. Mangi, ti guardi, annuisci, sorridi, al limite commenti il cibo, positivamente s’intende. Così per spezzare il silenzio qualcuno comincia a parlare di cronaca … nera.
E mentre bel belli passavamo da una scomparsa ad un femminicidio (e pensare che un tempo almeno si poteva parlare che ne so’ … di scarpe!) lei che era stata zitta finora irrompe.
“Cerca cerca cerca per mesi e poi la trovano a 800 m da casa, dopo aver percorso in lungo e largo tutto l’astigiano? Non si sono chiesti perché? Ci credo che non le trovano mai ste poverette. Ci avete fatto caso? I sommozzatori … sono uomini, i carabinieri … sono uomini … i ris … sono uomini … pure i cani molecolari sicuro l’hanno scelti maschi! E come pretendi. Quel rincoglionito (indicando il marito ovviamente) so 30 anni che non trova i calzini nel cassetto. Che poi è sempre lo stesso, quello del comodino, accanto al suo lato del letto. E non è il comodino di Narnia, ma un trecassetti, 50 x 50 … cm … non kilometri! E lì glieli metto, ogni santa volta, sempre,  da una vita. Non è mica che per ravvivare il rapporto di coppia mi diletto ad organizzare esilaranti cacce al tesoro alla ricerca del calzino perduto. Ma non c’è verso,  da solo non trova niente di niente. Perché è uomo. E come tale passa da Mamma dove è IL COSO ad Amore dov’è IL COSO …”  Che poi  solitamente, se ci avete fatto caso, te lo urla da un’altra stanza dove è immobile, inebetito di fronte a quel cassetto, armadio, sportello dove IL COSO alloggia dalla notte dei tempi, senza che mai nessuno lo abbia spostato, toccato, nascosto, occultato e tu non capisci cosa voglia. E non vorresti nemmeno rispondere perché è sempre la stessa storia e sai già come va a finire ma poi “Amore dove vuoi che sia … al solito posto” “E qual è il solito posto?” “In bagno amore, nel mobiletto” “Non c’è” “Guarda bene” “Ti dico che non c’è” Vista l’insistenza, votata a ingoiarti l’ennesimo vaffa (si cari miei, quelli non sono sospiri, sono vaffanculo strozzati in gola!) molli ciò che stai facendo e corri di là, in aiuto al disperato. Et voilà l’oggetto misterioso, scomparso, perduto è lì di fronte a te, a voi. E’ sempre stato lì. Ma lui ti guarda come se avessi compiuto il più incredibile dei prodigi. Allora tu con calma serafica lo prendi, glielo porgi, sgrani gli occhi, giri i tacchi e te ne vai. Scocciata sì, ma un po’soddisfatta in fondo, se non altro per avergli dimostrato, anche stavolta, che tra i due quella che ha i superpoteri sei tu!

E.L.C.
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