40 DELIZIOSISSIMI METRI QUADRI
40 deliziosissimi metri quadri!
Deliziosissimi quanto vuoi ma sempre 40 sono. Li puoi ottimizzare, illuminare,
rendere più accoglienti possibili, ma restano pochi. E difficili da vivere.
Soprattutto se non sei da solo. Che sia in modo stabile o occasionale, l’altro
lo vedi sempre. Potrà pure essere la luce dei tuoi occhi, ma ce l’hai sempre lì
a portata di sguardo, di udito e di aria! Ma chi vende queste case, che visti i
prezzi sono le uniche che l’italiano medio si può permettere, non sa nulla sul
concetto di spazio vitale? Perché puoi pure provare a mettere un tramezzo, un
soppalco, puoi chiudere la porta e sopportare l’immane senso di claustrofobia
che ti assale, ma lo senti sempre che sta li. Ne riesci a percepire ogni
piccolo movimento, non importa che provi a non far rumore, che invece di
camminare voli silenzioso come un palloncino o strisci sui muri come un geco. Guarda ti darebbe fastidio anche se fosse una
salma! Non è colpa sua. Non è lui poverino. Perchè ti urta il sistema nervoso persino
pensare che dietro quella porta, chiusa per non vedere lo stendino che
troneggia in salotto perché in bagno non ti entra, c’è anche la scala
incastrata, ormai incastonata, al lato del frigo, le tue scarpe nel cassettone
del divano e quell’odore di carbonara che stupidamente hai fatto ieri sera. E
lo dovresti sapere ormai che in 40 metri quadri con cucina così a vista che se
ti sporgi un po’ puoi condirti un’insalata direttamente dal letto, bisogna
diventare crudisti. E fare una cernita anche lì. Perché il pesce ad esempio
puzza sempre! E dovresti aver anche imparato a non comprare nulla che non sia
estremamente indispensabile, a non sbattere il ginocchio al wc ogni volta che
ti fai il bidè, a fregartene per un momento dell’indifferenziata, perché 3
bidoni diversi non sai proprio dove infilarli e cosa più importante a
coordinarti con il suo ritmo sonno veglia.
E invece no. All’alba sei lì con gli occhi sbarrati, di domenica
mattina, mentre lui giustamente se la ronfa. E dopo aver cercato il modo per vedere
l’orario sul cellulare, senza illuminare la stanza a giorno, con un gioco di
lenzuola che pare la danza dei sette veli, sei pronta a iniziare le mille cose
che hai da fare. Ma non puoi. Qualsiasi tuo movimento lo sveglierebbe. Anche la
moka che borbotta. La nespresso te l’hanno regalata ma al momento devi trovargli
ancora uno spazietto … e in fondo in una bicoccca si sente anche quella. C’è
sempre il caffè solubile (bleah!) … ma il rumore del cucchiaino mentre mescoli
la brodaglia … Poi non solo si sveglia … ma si incavola anche. A me salterebbero i nervi per molto meno! Figurati
poi se puoi passare l’aspirapolvere. Anche se lui una volta l’ha fatto eccome, in
camera mentre dormivo, con una foga che tra un po’ aspirava pure me! E io lui,
dopo avermi svegliata. Ma senza l’uso di elettrodomestici… Vabbè puoi sempre
stirare … peccato che l’asse sia sotto il letto, sopra quegli splendidi
contenitori di Ikea che ospitano il cambio di stagione, una parte … il resto
sta da mamma! Oppure puoi dare una spolveratina, giusto il tempo che aprano i
negozi e poi esci! Si ma mancano ore, anche se ti tiri a lucido tutta la casa
quando hai finito l’unico posto aperto che trovi è il mercato rionale. Magari
arrivi giusto in tempo per le primizie appena scaricate! Vabbè per me facciamo
in un’altra vita, va’! Uffa, la casa si rimanda a dopo, e pure la domenica mi
sa! Ma ci sarà qualcosa che puoi fare in silenzio … e che diamine! Puoi
cambiarti lo smalto … ma poi l’odore di solvente invade mezza casa. Puoi
lavarti i capelli … ma se non usi il phon ti ritrovi come il re leone. Puoi
depilarti, non con il silk epil ovvio, con la ceretta … ma devi trattenere il
grido di dolore liberatorio ad ogni strappo. Puoi farti una chiacchierata al
telefono … ma ammesso che qualcuno ti risponda a quest’ora, i vaffa qui li
becchi in stereofonia. Non so tu ma io
non ce la faccio più a far finta di dormire, qualcosa mi devo inventare. Alle
brutte inizio a giocare a Candy Crush e mi unisco a quell’orda di rombipalle
che ti assillano su facebook! Anzi no … meglio
non farsi troppi nemici. Tanto è quasi
fatta. A furia di pensare ormai tra pochi minuti i vicini, come ogni domenica mattina,
puntuali come il canto del gallo, inizieranno il loro “balletto”. Una serie di gemiti monotono (di lei),
ritmicamente cadenzati, roboticamente scanditi con urlo a chiosa finale. Poi
assolo di chitarra (di lui) e tutti svegli!!! Anche noi. Perché per farceli
uscire fuori questi 40 metri quadri hanno ridotto all’osso tutto … muri compresi.
Speriamo che non si lancino mai in amorose e altrettanto pericolose acrobazie, non
vorrei vedermeli sorvolare la camera da letto e atterrare direttamente in
giardino!
Dedicato a tutti coloro che hanno vissuto o vivono ancora in pochi
metri quadri e sanno perfettamente di cosa sto blaterando!
E.L.C.
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