LA PIAGNONA

Termine utilizzato nella tradizione popolare per descrivere donna devota (vera o presunta) chiamata (letteralmente assoldata) per piangere ai funerali. Nell’ assurda convinzione che più persone si dannano l’anima per il “caro estinto” più questo deve essere stato proprio una brava persona. Sono passati decenni ma questa figura esiste ancora. Ovviamente si è modificata per restare al passo con i tempi. A differenza dell’omologa di prima non piange solo ai funerali, ma dovunque, comunque, sempre, di qualsiasi argomento si stia trattano. E non per la dipartita di qualcuno ma per autocompiacimento o sadismo. Ma quel che peggio non aspetta più di essere chiamata. Arriva spontaneamente, sempre a domicilio (il vostro), senza che voi vi siate mai sognato di chiederglielo. Così desiderosa di spargere lacrime che nonostante i tempi di crisi adesso piange gratis, non ce nemmeno bisogno che sborsiate un euro! Se non quelli per lo psichiatra che poi si dovrà prendere cura di voi. A lei (o lui, ormai non c’è più differenza di genere … tutti a piange … uomini compresi) va sempre tutto storto poveretta. Partendo dalla salute. Ha sempre una malattia, un sintomo strano, un esame diagnostico da fare, una pasticca da prendere (e magari ha solo 20 anni!) Perché lei non sta bene come state voi … per lei anche un semplice mal di testa è invalidante. Aivoglia a prendersi aulin, moment … faranno effetto a voi che siete fortunati! A lei no … perché il suo di male è sempre peggiore del vostro. E’ sempre in preda ad una vera e propria competizione per la palma della più derelitta. “Beh si vede che non stai male come me … guarda che faccia che ho io invece …  sto così male che non ce la faccio nemmeno a parlare”. Che volesse il cielo fosse vero! Perché almeno afona la smetterebbe di ammorbarvi! Invece no! Così noiosamente e lamentosamente ipocondrica da aver paura anche solo a chiederle come sta perché vi scarica addosso un carico di ansia e di disgrazia che vi ci vuole solo un bagno turco ai fumi di xanax e acqua santa per uscirne vivi! Ma anche se bypassaste i convenevoli non vi salvereste comunque. Lei non vi sta a sentire, non lo coglie nemmeno il saluto di apertura, è un fiume in piena di sofferenze, una furia cieca di angoscia che si scatena appena c’è qualcuno da colpire nelle vicinanze. Fosse però solo una semplice malata immaginaria ce la fareste anche a sopportarla. In fondo l’ipocondria è la vera pandemia del millennio! Il problema è che la sua sfortuna ovviamente è a tutto tondo! Perché lamentarsi di una sola cosa quando c’è un mondo intero per cui versare lacrime e dispensare singhiozzi? Lei è sfortunata anche in amore. Non trova mai l’uomo giusto. Ma non perché li sceglie male, no! Che ve li farei vedere io sti capolavori! Sono loro che poi non lasciano le mogli, (che c’erano prima di te tesoro, quindi che ti aspettavi!), che stanno tutto il giorno buttati sul divano perché non hanno interessi, (anche il divano c’era prima di te e con la fossa anche, gli interessi no quelli non ci sono mai stati e lo sapevi), che non la sorreggono quando lei è depressa (no bella è che per tirarti su a te ci vuole una gru e bella potente o al limite un miracolo!), che si rivelano solo dei traditori (ma se lo hai incastrato quando stava con l’altra!), che pensano solo a quello (e su questo tu hai fatto leva … mica lo vorrai “redimere” adesso! ), che all’improvviso sono cambiati (ma se mediamente hanno tutti l’espressività e la duttilità del marmo!!!) e che si lamentano e basta, sempre incentrati su loro stessi! No bella mia semmai è il contrario. Sei tu che te li prendi già tarati solo per potertene lagnare! Perché è una sorta di egocentrismo perverso il suo. Non riesce a stare al centro dell’attenzione per meriti propri (effettivamente difficili da trovare), tanto vale che ci provi per le sue sfortune! Che naturalmente affliggono anche l’area lavorativa. Si sa il cavallo della crisi lo cavalcano in molti ormai. Poteva mai lei esimerti dal farlo? Figuriamoci, proprio lei che non riesce ad arrivare a fine mese, ma ha una borsa che vale il suo stipendio. Lei che il lavoro poveretta l’ha perso. Si, abbondantemente liquidata (che se non li avesse scialacquati ancora campava di rendita) o supportata dal sussidio di disoccupazione che nel suo caso è poco inferiore a quello che guadagno io (lavorando però, precariamente ovvio, mica stando in panciolle!). O che magari ce lo ha ancora ma è sfigata comunque perché il suo di lavoro non ha nulla di bello. E’ faticoso, difficile da raggiungere, la impegna ben 8 ore e addirittura le capita di aver anche a che fare con dei cafoni! E poi la sera è così stanca che non riesce più a far nulla! Peccato però che non spacca pietre in miniera la signorina e che di persone che sopravvivono così ogni giorno (me compresa) è pieno il mondo! Anche perché, cara mia, io di impieghi migliori non ne conosco, o meglio so che esistono forse, in un mondo parallelo, quello degli orsetti del cuore o dei teletubbies se preferisci! Ma non c’è verso … io sono sempre più fortunata. E’ tutto un beata te, un lamento, un beata te, un lamento, un beata te! Senza fine anche solo ipotizzabile, tolta la mia perché visto l’ultimo periodo mi sa che non mi porta proprio un granchè bene sta manfrina. Comunque bella mia sai che c’è di nuovo? Io non sono mica beata come credi … eh no … però Santa forse sì …sì Santa Pazienza … quella che mi ci vuole a sopportare tutti quelli come te!!!


 E.L.C.

< donna lamentosa > <donna che piange >

Commenti

Post popolari in questo blog

FIGA DI LEGNO

MO VEDIAMO

Donna ... 35 anni ... single