SLOW MOTION


Altresì denominato dagli abitanti capitolini “er moviola” o “scheggia”, per indicare tipo di persona dotata geneticamente di una flemma insopportabile. Soprattutto perché senza motivo. Non ha handicap, né menomazioni, malattie, impedimenti fisici di qualsivoglia tipo, né un’età particolarmente avanzata che possa giustificare l’inconfondibile motricità tipica di una statua, nemmeno di cera o di marmo ,ma di piombo. Più pigro di un gatto, più sonnolento di un ghiro, più infinitamente lento di un bradipo, sorprendentemente fulmineo solo nel farti saltare i nervi. Non solo perché ovviamente uno così quando lo incroci ti rallenta (e per quelli come me abituati a dover programmare la vita al secondo già è una buona giustificazione per mettergli le mani addosso, se non altro per scuoterlo … sia mai resusciti dal suo torpore), ma perché davvero non lo capisci, non comprendi come sia umanamente possibile una cosa del genere. Che magari di primo acchito gli dai pure il beneficio del dubbio. Sarà stanco, malato, drogato, ipnotizzato, sotto psicofarmaci … oppure uno di quei fricchettoni “take it slow” anche se più che slow pare died! Ma poi purtroppo se lo rivedi o sei obbligato a frequentarlo (si perché amico tuo difficile che lo diventi) ti rendi conto che è davvero così ma soprattutto che non hai più scampo. Eh sì, passi per lui che in una giornata magari riesce solo a prendersi un caffè e senza nemmeno la brioche se non va al bar, perché figurati trai 5 minuti per riempire la moka di acqua, gli altri 5 per metterci il caffè, 2 per avvitarla ben stretta, 1 per capire che deve accendere il gas e piazzarcela sopra … quando arriva al cornetto s’è fatta notte! Ma tu non puoi … non ce la fai a stare ai suoi ritmi, che già la parola ritmo un certo andamento lo prevede … ! Ma la cosa che ti fa più imbestialire è vedere che mentre tu sei lì che fremi perché si sbrighi, finisca di raccontarti quella storia o completi proprio quella pratica che ti serve, alla quale lavora “alacremente” da ben oltre una settimana nemmeno stesse riscrivendo la Convenzione di Ginevra, lui è lì sorridente, sornione, indifferentemente tranquillo come nulla fosse. Come fosse normale partire da Adamo ed Eva, cavoli, cicogne e api per raccontarti la sua serata al cinema (sai che spasso come minimo avrà rivisto Ben Hur, Titanic o Balla coi lupi e a malapena sarà riuscito ad aprire in 4 ore la busta dei pop corn!) o ragguagliarti su un nuovo progetto (che quando avrà finito ormai sarà vintage) o parlarti di un problema che tu devi risolvere (dovevi … ieri … se solo avesse pronunciato un’unica parola ma fondamentale al posto di mille frasi sconnesse … si sa che l’attenzione umana resta desta per massimo mezz’ora!). Per capirci meglio è quel collega che fa durare una riunione di 20 min un’ora e mezza, l’amico che quando ti appare il nome sul display del cellulare esiti a rispondere fino all’ultimo squillo o quello che al ristorante ci mette una vita ad ordinare mentre tu guardi con pietà il cameriere sperando che poi non vi sputi nei piatti. E’ il compagno di scuola che non interrogavano mai perché si annoiavano anche i professori e quando capitava (obbligo di scrutinio) stavi sicuro che l’ora l’avevi sfangata alla grande! E’ l’omino al volante che finalmente esce dal parcheggio quando ormai non ti serve più … è già ora di ripartire altro che pranzo a casa, o quello al banco gastronomia del supermercato che ci mette una vita a scegliere ciò che vuole (che potrai volere mai  … quello hanno … non è che ti puoi inventare molto … piglia ciò che ti piace e buonanotte!). O peggio ancora proprio il commesso che le olive che hai scelto in maniera pronta e decisa (lo sai da casa tu che intendi comprare) te le mette nella vaschetta … una ad una … adagio adagio … (storie di vita vissuta, ho amici che possono testimoniare). E’ quello dal medico davanti a te, che ti rassicura prima di entrare “Guardi tanto ci metto un attimo” e poi non esce più; a saperlo prima che i suoi di attimi durano quanto ere geologiche! (grazie Franci). E’ tutto ciò e anche molto altro ma mi fermo qui per non fare la sua stessa fine. Vi metto in guardia però … non commettete mai l’errore di invaghirvi di uno di questi mostri. Si, capisco c’è per tutti un periodo della vita in cui si cerca qualcosa di tranquillo … rilassante … rassicurante … ma fidatevi alla fine sarà solo un’ immensa, infinita, interminabile rottura di scatole. E di quelle gratis già ne abbiamo a iosa … andarsele pure a cercare mi sembra folle!

E.L.C.
<lento> <noioso> <rottura di scatole>

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