CLONATI
Fermatevi un attimo a pensare … quanti ce ne sono in giro. Prima
fu la clonazione nell’aspetto. Così largamente diffusa che non ricordo chi fu
la prima a farsi le labbra a canotto, forse la Gruber o la Moric. Da noi. Ma
all’estero? Boh! Possibile che nessuna ne rivendichi la paternità. Io lo farei.
Lo griderei al mondo “ehi belle bambole,
io sono stata la prima … se siete ridotte così lo dovete a me!”. Ma forse
qualche pentita mi picchierebbe. Magari è per questo che la capostipite della
bocca a gommone si fa i fatti suoi. O forse ne è orgogliosa, ma per umiltà ha
deciso di viversi il suo trionfo da trend setter nell’ombra. Se così fosse e mi
stai leggendo chiamami, ti porto a fare un giro in un quartiere dove ho abitato
per un po’. Una sorta di Wisteria Lane de’noantri dove soprattutto in inverno
facevi fatica a capire se quella signorotta imbacuccata, dietro gli occhialoni
e sotto il cappello fosse Alba Parietti, Eva Grimaldi, la Nina di sopra o solo
una sconosciuta ricca moglie annoiata. (tutte
donne bellissime, anche prima di ritoccarsi e forse di più ma de gustibus … ). E non è l’unico posto
di cloni clonati. Ce ne sono ovunque,
non necessariamente in gruppo. Puoi vederli sparsi per tutta la città, confusi trai
normali, ma li riconosci sempre. Basta guardarli e riesci a capire dove abitano,
che lavoro fanno, che scuole hanno frequentato e quanti soldi possiedono,
persino se li hanno da sempre o se si sono arricchiti recentemente. Da piccoli inconfondibili
dettagli, colore dei capelli, piega, unghie, vestiti, da come hanno steso l’eyeliner
o modellato le sopracciglia, dalla voce (quelle alte e stridule poi sono una
sorta di marchio di fabbrica, almeno a Roma), dalla camminata, dal modo di
parlare e dalla gestualità. Perché oltre la clonazione estetica, hanno affinato
anche la comportamentale. Quanti “carissima” ho sentito da giovane ad ogni
stretta di mano, quanti amore, stellina, tesoro pronunciati a profusione ...
allora come ora. Ma per fortuna non tutti i clonati rimangono sempre uguali a
loro stessi. Alcuni si evolvono. Altri non ne sono capaci e allora si spingono
oltre con l’arrivare della maturità, almeno anagrafica … dopo la clonazione
estetica si lanciano in quella intellettuale. O meglio finta intellettuale. Stessi interessi, stesse letture, stesso bio,
stesso vegan, stessa bicicletta, stessi discorsi ecofriendly e solidali,
pronunciati dallo stesso pulpito con la stessa aria stancatamente saccente di
chi si trova a salvare il mondo da solo, circondato da beoti. Ah quanti danni
hanno fatti i radical chic! Per fortuna (?) che ogni tanto c’è qualche voce
fuori dal coro. I bastian contrari, gli sgarbiani diciamo. La presunzione è
simile ma ostentata in modo diverso, ugualmente volgare ad un occhio attento. O
i cani bastonati, i belli e dannati se preferite. Quelli che hanno capito che
se si è stupidi non è necessario svelarlo al mondo, basta stare zitti in un
angolo e qualcuno che come loro non ha nulla da dire li troverà interessanti. Ha
solo un’unica controindicazione. Se si commette l’errore di aprire bocca, si
corre il rischio di essere scambiati per un tronista della De Filippi. (Altra popolazione largamente clonata). Prototipo
poco adatto alle donne poi. Con tutta la concorrenza che c’è e dopo l’avvento
dei social il modello Regina delle nevi/Diva inarrivabile rischia di farci
sprofondare in un mondo di solitudine. Ma l’abbiamo capito subito ripiegando
rapidamente sul clone starlette. Luccicante, provocante, sorridente, spalluccia
in fuori, sguardo languido e broncio perenne. Sarà che io ho sempre desiderato
essere unica, anche nei miei moltissimi difetti. Posso trarre ispirazione da
qualcuno ovvio, ma non lo clonerei mai, né vorrei che lo facessero con me. E
ironia della sorte è successo. Non fisicamente, i vantaggi sarebbero pochini,
ma ideativamente diciamo. Che pure qui chissà che svolta eh! Le piaceva il nome
del mio blog e lo ha copiato. I contenuti e lo stile no chiaramente, mica è
scema! Il suo è un blog serio, ben scritto, strategicamente organizzato e
sapientemente supportato. Tanto da non prendermela più di tanto per il piccolo
furtarello. Anzi. Sarà che anche lei è una professionista in cerca del suo
sfogo a farmi simpatia. O la convinzione che questa omonimia alla fine sarà
vantaggiosa. Magari qualcuno dei suoi innumerevoli lettori si sbaglia, capita
qui, si affeziona e non mi lascia più! Perché ogni tanto nella vita un po’di
leggerezza ci vuole!
E.L.C.
E.L.C.
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